Collina - Vinacciano

Conduce: Claudio R.
Dislivello: m 270
Tempo di percorrenza: ore 3
Lunghezza:  12 Km
Difficoltà: E
Difficoltà
Ritrovo alla sede del Gruppo Trekking Tripetetolo alle ore 8,00 partenza alle ore 8,15

ecco dove andremo

Romea Strata è una delle vie di pellegrinaggio che portava a Roma. Questa che passa da Vinacciano e la “Via Romea Nonantolana-Longobarda”, così chiamata dall’Abbazia di Nonantola fondata nelle vicinanze di Modena attorno al 750 d.C. da Anselmo, nobile e santo. L’abbazia è stata per secoli il punto di riferimento per questa strada transappenninica per la presenza di pievi e ospitali. Il percorso toscano – è un’ipotesi degli studiosi – entra in Toscana attraverso Fanano.

Una volta giunta nella valle dell’Ombrone la via risale, passa appunto da Vinacciano, segue il crinale del Montalbano fino a San Baronto, per scendere poi a Vinci e a Cerreto Guidi prima di immettersi sulla Francigena a Fucecchio.

Chiesa dei Santi Pietro e Gerolamo a Collina di Vinacciano. I tedeschi distruggono la chiesa settecentesca durante la ritirata il 12 agosto 1944. La ricostruisce Giovanni Michelucci con le forme semplici di una casa contadina. Viene benedetta il 17 dicembre 1953.

Vinacciano. La prima attestazione è del 998 in un documento dell’imperatore Ottone III che riconosce al Vescovo di Pistoia Antonino, tra altri, il possedimento di “curtis Vynathiana”. Si sviluppa come borgo fortificato e nel 1221 entra a far parte del distretto di Pistoia. Per la sua posizione diventa un castello di confine al centro delle lotte tra Firenze, Lucca e le famiglie pistoiesi dei Panciatichi e dei Cancellieri. Il castello, come scrive Fioravanti, venne dai Panciatichi, rivali dei Cancellieri, “abbruciato, desolato e distrutto”.

Convento di Santa Maria delle Grazie. Superato il rio Maggio si incontrano i ruderi del Convento di Santa Maria delle Grazie dalle origini incerte. Secondo alcuni risalirebbe alla metà del Quattrocento per opera del padre domenicano Francesco di Mato. Il nome delle Grazie deriverebbe dai benefici ottenuti dai fedeli che accorrevano a invocare la Madonna. Meta di ritiro estivo dei domenicani negli anni ’30, il Convento viene abbandonato nel secondo dopoguerra fino ad arrivare al degrado attuale.

La croce di Belvedere. Viene innalzata nell’anno giubilare del 1900. Siamo in vetta, alla conclusione della camminata.