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In molti paesi delle Alpi Apuane è possibile raccogliere aneddoti sull’uomo selvatico.

In essi è dipinto come un  uomo mite, saggio ma schivo.

Alcune leggende popolari narrano che fu lui ad insegnare ai pastori il metodo

per fare il formaggio e la ricotta..

I vecchi  di Levigliani (Stazzema-Lucca) raccontano che il rifugio dell’uomo selvatico

era una caverna che si trova sul versante NE del M.Corchia, chiamata

“Tana dell’uomo selvatico”.

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 In molti paesi delle Alpi Apuane è possibile raccogliere aneddoti sull’uomo selvatico. In essi è dipinto come un  uomo mite, saggio ma schivo. Alcune leggende popolari narrano che fu lui ad insegnare ai pastori il metodo per fare il formaggio e la ricotta.. I vecchi  di Levigliani (Stazzema-Lucca) raccontano che il rifugio dell’uomo selvatico era una caverna che si trova sul versante NE del M.Corchia, chiamata “Tana dell’uomo selvatico”.

 “Un giorno certi pastori trovarono l’omo selvatico e lo invitarono a casa loro. Quei pastori avevano molte bestie ma non sapevano come utilizzare il latte.

«V’insegnerò a levacci il burro», disse l’omo selvatico e gliel’insegnò. Poi voleva andarsene, ma i pastori lo tennero lì quasi per forza.

«V’insegnerò a fa’ ’l cacio», disse. E gliel’insegnò. I pastori stupiti insistettero perché quell’omo non andasse via, e così, anche se un po’ seccato, disse: «Basta, v’insegnerò a levacci anche la ricotta». Quando ebbe mostrato loro come si faceva, e volle lasciarli, i pastori si adattarono di buon grado. «Ci avete insegnato anche troppo!», riconobbero.

Ma appena fuori l’omo selvatico disse: «Eh, che matti! Se mi tenevate anche un po’ vi c’insegnavo a levare anche l’olio». E scappò.”

 (Liberamente tratto da: U. Cordier, Guida ai draghi e mostri in Italia, Milano 1986)

 

 

 

 


 

Anche nei boschi attorno a Tereglio (Coreglia Antelminelli – Lucca) abitava l’omo selvatico. Quel che dicea lu’ – narrano i vecchi contadini – era ben ditto. Dunque lo sapete quel che facea, quando’l tempo era cattivo? Quando’l tempo era cattivo, lu’ ridea. Un giorno ni fu chiesto da un che lo vidde in che mo’ ridea. “Eh! Io rido perché doppo ‘l cattivo viene ‘l buono; e quand’è il sole, allora piangio”. Ecco quel che facea quel saetton (quel furbone) d’omo selvatico.

(Liberamente tratto da: U. Cordier – Guida ai draghi e mostri in Italia, Milano 1986)