Partiti dal pubblico parcheggio accostato al torrente Vingone e sottopassato l’omonimo ponte, toccammo la chiesa di Casignano, sacra costruzione senza lode né biasimo. Poi, proseguendo per vie in massima parte asfaltate e perciò di noiosa percorrenza, arrivammo alla chiesa di Mosciano ove sostammo per una breve visita a quell’antico edificio ed alle sue tante candele accese.
Poco dopo, finalmente abbandonato l’asfalto, ci inoltrammo nella campagna tra vigne e boschetti dirigendoci alla chiesa di S. Martino alla Palma il cui ampio porticato dalle linee semplici e leggere bastò a compensarci dell’invero modesta fatica.
Da lì, purtroppo, ricominciò l’odiato asfalto, pesticciando svogliatamente il quale, ritornai insieme agli altri al piazzale del Vingone, seguendo l’anemico torrente lungo il colmo del suo omonimo e degradato argine.
 
Fin dall’inizio della gita avevamo notato l’assenza di Lea la mia seconda cognata e di Elisabetta; pare che fossero ambedue indisposte.
Fra i partecipanti alla scampagnata c’erano alcune persone che non conoscevo ancora.
Di loro ricordo particolarmente Cesare Di Grazia, un uomo gentile che, con la pipa in bocca, appare ritratto al centro della foto n. 1.
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Con lui trascorsi circa un’ora di piacevole conversazione. Venni così a sapere che è dietologo. Infatti è molto magro. La giovinetta che gli si addossa alle spalle, è sua figlia Francesca.
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Le foto n. 2 e n.3documentano dell’attraversamento di un bosco e della risalita di una vigna dalla quale saremmo usciti proprio sotto la chiesa di S. Martino alla Palma il cui bel porticato possiamo ammirare nella foto n. 4.
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La foto n. 5 mostra il torrente Vingone ed i suoi argini seguendo i quali il gruppo si avviava a concluder la gita.
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La foto n. 5 mostra il torrente Vingone ed i suoi argini seguendo i quali il gruppo s’avviava a concluder la gita.                                               
Gita breve ma, a suo modo, interessante.