Si parte per il trekking del ricordo, dal Tripetetolo alle otto, ospiti autotrasportati, insieme a Lina la dolente, di Marco il fratello e di Lea la seconda cognata, "animae dimidium suae“.
So già che non sarà una gran marcia, ma sono curioso di vedere se un qualche  particolare di quei luoghi, che so…, una fontana, un tabernacolo, un casolare,un panorama, sia in grado di ricondurmi alla memoria quei momenti della mia fanciullezza, quando papà Loris, che in gioventù fu appassionato camminatore, mi portava con sé su questa montagna, magari ponendomi a cavalcioni sulle sue spalle esili, per insegnarmi "a guardare": E mi insegnava e spiegava tante cose circa le piante ed i fiori, gli insetti ed i rettili,la pioggia ed  il vento e di ciò che agli occhi ed al cuore di molti sarebbe rimasto nascosto per sempre. Sì, lo ricordo bene: mi ci portava spesso sul Monte Morello.
Ma intanto, qui sul piazzale Leonardo da Vinci da dove avrà inizio la marcia, non vedo proprio nulla che mi riporti alla mente quel lontano passato.

Per comodo sentiero ci si avvia verso la prima cima.
Il terzo personaggio della fila nella foto 43 non fa parte del gruppo,ma si è unito a noi all' ultimo momento dopo aver saputo, non saprei come,di quel nostro piccolo trekking.
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Mi dice di chiamarsi Franco e di aver conosciuto alcuni dei miei colleghi d'ufficio tanti anni fa, quando dirigeva, mi pare, l'ispettorato agrario. Il mondo è davvero piccolo.
Fa piuttosto caldo ed il cielo è coperto di certi nuvoloni grigi che pur non promettendo gran che d'asciutto, tuttavia , di tanto in tanto, cedono alla forza dello scirocco lasciando passare qualche raggio di sole.
Sulla vetta della prima cima, l'immancabile patibolo ricorda ai viandanti la brutta fine che fece Gesù per aver detto " Ama il prossimo tuo come te stesso".
I sacerdoti di allora non avevan le idee molto chiare.
O non avevano grande stima di sé (foto 44).
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La seconda cima ci passa sotto i piedi quasi senza che ce ne accorgiamo, poco rilevata com'è e nemmeno segnata dalla solita croce che invece abbiamo trovato qui, sulla terza cima dove si fa notare per le  sue ridotte dimensioni che oserei definir quasi indegne della vetta più alta di un pur modesto monte.
Ci si prepara al pranzo sparpagliandoci qua e là per il prato.
Non so dov'abbia intenzione od urgenza di andare la mia seconda cognata, ma sembra che abbia una gran fretta (foto 45).
Come all'andata, in ordinata fila, si segue il segnavia 13/B per tornare al piazzale Leonardo da Vinci, senza aver trovato un ricordo del mio lontano passato (foto 46).
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